mercoledì 9 dicembre 2009
Il pescatore di Salò (da "78 Giri")
I lampioni, la notte, fanno chiara quiete,
prima, spenti, come lance ficcate nel viale,
attendevano, soli, il rumore del cielo.
C’è un passo che ha il silenzio del lago, e guarda;
dintorno sono poche le facce fumanti,
altre sono bianche croci e pianti di donna.
I lampioni, la notte, fanno chiara quiete,
il chiavaccio dell’oste è un tardo rumore,
e vomita un vino che parla straniero;
l’ubriaco or sente, distante, quel raschio
di facce atterrite a cercarsi le membra,
e le ombre digradano nella tasca del lago.
Al molo le barche hanno nomi di donna,
il pescatore guarda l’albore ingoiare
quel suo fumo di carta che scuote la bocca;
all’intorno rivede la pietra spezzata,
e le mani indurite senza più voce,
ed ombre affamate, e tutto ciò che rimane.
Al molo le barche hanno nomi di donna,
il soldato è un gomitolo sulla panchina,
ed involta la testa ad un nudo belletto,
e guarda l’America ed un amo da pesca.
Ora il lago è una rifulgente vetrina,
dove scivola agli occhi, un legno di rosa.
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