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domenica 9 maggio 2010

La pietra di San Martino (parte prima) (1)





Sono le mani che spaccano pietre
una tosse che fa eco da tanto
sono la pietra rossa ed il suo pianto.

Fra un clangore di ragazzi in battaglia,
(per portare della vittoria il vanto
anche i coppi lanciavano dai tetti),
dagli occhi indiscreti della “predaia” (2)
mi nasconde sul carro una tovaglia;

ora che il fumo sopravvive alla minestra,
si lasciano con la lavanda i fazzoletti,
e la sera, fuori dalla finestra,
addorme senza sogni la grande cucchiaia.

Lassù, dal ventre delle cave, la chiacchiera
par soffiar via ogni polvere del giorno andato
e si ricorda il fiume con le sue zattere,
mentre i vecchi, sottecchi, in man la sputacchiera
masticano a lungo quel tempo immaginato.

Assonnata, la notte si mostra alle cose,
piana scuote le anime dei morti ammazzati
che scarruffano il cielo della verde Torre (3)
nel rincorrer la testa con mazzi di rose;

su questo carro sono tonda pietra,
e mattinale incanto l’alipede bimbo,
che fu chiamato Santo, dalla sua faretra
sfila la notte e l’ipocrita fede,
così Simonino gioca all’arciere (4)
mentre un nimbo s’affaccia alla gialla finestra.

Or la notte dalla fumante brace
cola sopra i vermi e l’anello episcopale
dove anela la verità che tace
quel giorno che volò la colomba pasquale.

Si muovono sonnolente le facce
che sorde della loro stessa voce
al rombante tremar di questo carro
fanno gentili cenni al peso della giarra;

così vado, tonda e piccola tra altre pietre
che son diverse perché torneranno grano.


Note:

(1) San Martino: borgo tra i più pittoreschi ed antichi della città di Trento; era stretto fra l'Adige e le rupi della Cervara.(Nota tratta da Trento città del Concilio – Ambiente, storia e arte di Trento e dintorni 2a ed.: Arca Edizioni, 1995 di Aldo Gorfer).

(2) “predaia”: deriva dal termine dialettale trentino “preda” o “prea” che significa pietra o sasso; con tale nome si indicava la zona delle cave posta vicino al quartiere di San Martino.

(3) Torre Verde: potente edificio medievale prolungamento di piazza della Mostra e si affacciava sull'Adige. (Nota tratta da Trento città del Concilio – Ambiente, storia e arte di Trento e dintorni 2a ed.: Arca Edizioni, 1995 di Aldo Gorfer).

(4) Simonino: Simonino da Trento (tradizionalmente noto anche come San Simonino), fanciullo morto durante la Pasqua del 1475 e venerato come Beato dai cattolici sino al 1965. Le sue vicende costituiscono una notevole testimonianza delle persecuzioni subite dalle comunità ebraiche e delle strumentali accuse, di "omicidio rituale" che ebbero notevole diffusione in quel periodo nei loro confronti. (nota tratta da Wikipedia on line).

Il sogno di Mario






Mi hai guardato, blu oltremare chiaro,
come si guarda un figlio redire dal mare,

bionda treccia spezzata dall’ignaro
badile, tra il recere rantoloso
di carne disopra schegge di carne.

Ecco di voi, morti delle mie notti,

involo il frutto degli orti dai carri
passanti fra noi “smargeloti” (1)
della “Portela”, la dolce mela che (2)

in mostra fra i denti danzanti sopra rami insecchiti
dispare tritata da un batter di zoccoli,
trafitta da un ciel ignaro di luce (3)

e come folata di vergine terra,
solleva la vesta alla lavandaia
che canta il mattino fra la “bugada”. (4)

Madre, son lontani a lato dei carri
i tuoi sciolti capelli, i primi ricordi,

ed ora che quanti siete saliti,
a quei frutti precordi volgete gli sguardi,
e nel marezzo dei volti di marmo,

colgo un rosso che sembia un fiorito.

Dattorno tutto si ferma impagliato,
salvo un canto di vino, che dai carri
va a diporto come un fiato fatato:

ribatte, sopra queste secche foglie,
la cadenza di sempre:
lene è il passo del pianto.

Note:
1) “smargeloti”: ragazzini.

(2) “Portela”: piazza della città di Trento, interamente rasa al suolo durante i bombardamenti del 2 settembre 1943.
(La chiamavano la “repubblica della Portèla” e più che una piazza e una strada era un vero quartiere con una identità precisa che ne differenziava la gente dal resto della città (costituito da via Prepositura, via Santa Margherita, via Tommaso Gar, vicolo San Giovanni, piazza Santa Maria Maggiore, via Pozzo, vicolo Morosante e l'ultimo tratto di via Roma dalla chiesa di S.Francesco Saverio alla Torre Vanga)… Tratto dal libro di Gian Pacher – Cara vecchia Trento – Casa editrice Panorama – Trento).

(3) ignaro di luce: cfr. Dante, Inferno, canto V, 28-30: “Io venni in loco d’ogne luce muto, / che mugghia come fa mar per tempesta, / se da contrari venti è combattuto”.

(4) “bugada”: bucato