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giovedì 31 dicembre 2009

2010 anno della rinascita?

Resurrezione

Il latrato rompe tre volte
l’acqua scura del lago:

le ombre hanno bianche vesti;

distenebra la notte più lunga dell’anno
al neghittoso scarificar
di così tanta schiera,
che dalla stretta via par non si muova,
sopra la bianca pietra, la polvere nera.

Così vanno verso il ponte di ferro,
(sette acciari nella nerastra acqua),
ad aspettar che giunga,
dal ventre della terra,
la carne di color che non hanno ombra.

Sono carne fra sette carni
in questo carro di ferro urlante,
che dal sotterra mondo degli eletti
ascendo tremefatto
a far sì che si compia l’antico carme;

per cinque volte la grande clessidra,
prima che la terra sopra di noi s’apra,

e la sempiterna notte ci fa onoranza
con lingue d’organza color della ruggine,
che par l’urente aria non far doglianza.

Ora che il nero lago,
da questo antico ponte,
appare a questa mia inane carne
con le dentate sponde,
benedico, presago, questa mia sorte;

da una fino a sette
dall’acqua a salire un canto sordo
a lenire le lacerate carni,
cosicché d’incanto le bianche vesti,
a mezzaluna fanno inchino.

Viene con biancore opalino
la traghettatrice dalla tremula luce,
viene dalla cruna del lago
come l’attesa al primo ballo:

fanno da vogatore le sette farfalle.

A voi che siete carne senz’ombra
e come larve di mosca carnaria
cibate di conoscenza la vostra insania,

ascoltate dalla vostra dorata tomba
il cilestrino tremolio d’una colomba.
Walter Vettori

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